Non imponiamo per legge che tutti in Italia debbano fare software libero. Ma che il software sviluppato per le pubbliche amministrazioni con i soldi dei contribuenti… lo sia! E’ patrimonio pubblico, porca miseria! Almeno, le modifiche fatte ad-hoc per adattarlo alle esigenze del committente. Non sto dicendo che chiunque debba rilasciare il proprio codice… ma le commesse specifiche… anche perché mi pare che già per legge lo stato italiano diviene detentore dei diritti di copyright del software realizzato su commessa per la PA.
Deve essere garantito a ciascuno la possibilità di fornire servizi alla PA, senza esclusione alcuna. Quindi i protocolli di accesso ai servizi della PA e i documenti devono essere stilati con formati liberi.
Non devono inoltre essere messi dei paletti “economici”, come l’1 milione di capitale sociale garantito necessario a fornire servizi di posta elettronica certificata, piuttosto che di certification authority.
Che poi mi si venga a dire che l’opensource non è garanzia di qualità , può anche essere vero, però lo posso leggere, lo posso far valutare. Questo con il software chiuso non è fattibile.
A scatenare questo post è stato ovviamente Fuggetta… prima o poi mi strozzerà 😉
Sei un genio.
Nel senso, non ci avevo mai pensato ma concordo appieno.
Bravo!