Questione di stile

Caro Signor Severgnini,
premetto che sono una sua ammiratrice da anni, leggo volentieri tutto ciò che lei scrive tra articoli e libri e seguo anche la rubrica che tiene alle 8 del mattino su Radio Montecarlo. Il suo modo di scrivere e parlare, condito dall’ironia, è per me un vero piacere. Ecco perché non avrei mai pensato che, proprio lei, cadesse nel ridicolo! Mi scusi, ma tutti questi attacchi al Presidente del Consiglio ormai non son libera espressione del pensiero – che, ci mancherebbe, è sacrosanta. Ormai rasentano l’ossessione! Che Lei odi il capo di governo l’abbiamo capito ed è anche in folta compagnia. Non nego, pur avendo votato per lui, che Silvio B. dia spesso spunti per scatenare l’ilarità generale anche del suo elettorato. Ma mi perdoni: credo che lei stia esagerando. Non è il suo stile! Non mi liquidi con una risposta del tipo “cambi frequenza” perché non lo faccio, continuerò ad ascoltarla e leggerla come ho sempre fatto. Piuttosto non risponda affatto. Con affetto invariato,

Nina Giordano, clexidra@hotmail.com

risposta di Beppe Severgnini

Cara Signora Giordano, non mi sognerei mai di dirle “cambi frequenza” (e neppure cambi giornale!). Perché dovrei? La sua lettera è lusinghiera ed educata, e la ringrazio. Non odio Berlusconi, glielo giuro: a suo modo mi è simpatico, ma credo – in coscienza – che non abbia fatto bene all’Italia. Ha creato dal nulla una destra di governo, è questo è un merito; ma ha ritardato il già lento sviluppo civico del Paese, coi risultati che vediamo. La povertà delle alternative non mi fa cambiare idea.
E’ vero: in radio, e anche su “Italians”, parlo spesso (non sempre!) di Berlusconi. Ma (A) E’ il capo di governo (B) Ne combina una al giorno. Ultimamente le sue diverse anime lo stanno inseguendo, invidiose una dell’altra. Il capo di governo, il leader di maggioranza, il deus-ex-machina (l’Abruzzo!), lo statista irrituale (G20 scoppiettante, G8 itinerante, Obama), il presidente del Milan (Kakà!), l’uomo di televisione e pubblicità (Sky, Murdoch, convocazione di Fiorello!), il playboy che fa a pugni col padre di famiglia (di qui Veronica e figli, di là Noemi, Patrizia e le altre).
La mia sensazione è che l’incapacità dell’uomo di distinguere tra affari propri e affari pubblici stia presentando il conto. I compagni di partito e d’azienda, gli avvocati e gli amici, gli elettori più appassionati ritengono che si tratti di un piano diabolico della sinistra. Non è vero. La sinistra è ancora ferma a Walter -contro-Massimo, come nel 1994, e non è neppure in grado di allacciarsi le scarpe: figuriamoci se può correre e superare Super Silvio. Ma quest’ultimo sta facendo di tutto per complicarsi la vita. E lo fa in modo così spettacolare che è impossibile non parlarne.

che dire… Beppe, risposta splendida! 😉

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