Si, mi ricordo che nei primi anni di matrimono a Marina ne successero di simili.
In questo si sono distinti gli “amici” di CL/CdO (che, a parole, sono “per la famiglia”, ma nei fatti …)
La sua soluzione? Lavorare in proprio.
Ho fatto qualche colloquio: over ’50 nulla da fare. Troppo vecchi, me lo hanno garantito sia 30enni che 70enni (che, però, lavoravano pur in età di pensione).
La mia soluzione? Lavorare in proprio.
Fino alla morte. Perché pensione niente.
Giovanni.
p.s. all’inizio di quest’anno ho festeggiato i 35 anni di lavoro, se va tutto bene sono a metà dell’opera.
E’ uno di quei frequenti casi dove la realtà é peggiore della simulazione.
Diciamo che quello che capita in realtà non dfifferisce molto da questo.
Il minimo che capita è sentirsi chiedere se sei sposata, se vuoi avere figli, se hai figli. Poi il risultato sono: rifiuto di dare un lavoro, mansioni ridicole, contratti professionali (o cococo o cocopro) che non coproo il “lieto evento” eventuale, …
Che sia un film lo si vede sopratutto dai tempi troppo “cinematograficamente perfetti”
Iniziamo dicendo che si vede che non è una registrazione “in vivo” dal modo in cui parlano le persone: stanno recitando delle parti, e non hanno evidentemente seguito il metodo stanislavskij. Però quello che fa rabbia è che quello che viene recitato si verifica davvero. Ad un colloquio con Italtel (metà anni ’90) non ero abbastanza entusiasta di lavorare per loro; ad un colloquio con una grossa software house (del gruppo Compagnia delle Opere) mi è stato rinfacciato che mi stavo per sposare, e quindi avrei sicuramente avuto dei figli che mi avrebbero bloccata (figli che non sono arrivati, poi…). Il massimo l’ho toccato quando sono stata assunta come sistemista in una piccola società: l’idea in azienda era che il sistemista era chi sistemava i computer guasti. E si aspettavano che io fossi in grado di portare in giro per l’ufficio stampanti laser che pesavano trenta chili, perché doveva essere il mio lavoro… 😦
Guardando indietro, sono più che felice di essere stata costretta a lavorare in proprio: con Giovanni abbiamo aperto un’azienda (chiusa dopo dieci anni di attività grazie alle leggi del berlusca…) e abbiamo abbastanza clienti da andare avanti tranquillamente io e lui. Ma come diceva anche lui, mi sa che la pensione non la vedremo mai.
Si, mi ricordo che nei primi anni di matrimono a Marina ne successero di simili.
In questo si sono distinti gli “amici” di CL/CdO (che, a parole, sono “per la famiglia”, ma nei fatti …)
La sua soluzione? Lavorare in proprio.
Ho fatto qualche colloquio: over ’50 nulla da fare. Troppo vecchi, me lo hanno garantito sia 30enni che 70enni (che, però, lavoravano pur in età di pensione).
La mia soluzione? Lavorare in proprio.
Fino alla morte. Perché pensione niente.
Giovanni.
p.s. all’inizio di quest’anno ho festeggiato i 35 anni di lavoro, se va tutto bene sono a metà dell’opera.
Ovviamente è un film, non è una presa diretta.
Giusto per chi non se ne fosse accorto…
E’ uno di quei frequenti casi dove la realtà é peggiore della simulazione.
Diciamo che quello che capita in realtà non dfifferisce molto da questo.
Il minimo che capita è sentirsi chiedere se sei sposata, se vuoi avere figli, se hai figli. Poi il risultato sono: rifiuto di dare un lavoro, mansioni ridicole, contratti professionali (o cococo o cocopro) che non coproo il “lieto evento” eventuale, …
Che sia un film lo si vede sopratutto dai tempi troppo “cinematograficamente perfetti”
Giovanni
Iniziamo dicendo che si vede che non è una registrazione “in vivo” dal modo in cui parlano le persone: stanno recitando delle parti, e non hanno evidentemente seguito il metodo stanislavskij. Però quello che fa rabbia è che quello che viene recitato si verifica davvero. Ad un colloquio con Italtel (metà anni ’90) non ero abbastanza entusiasta di lavorare per loro; ad un colloquio con una grossa software house (del gruppo Compagnia delle Opere) mi è stato rinfacciato che mi stavo per sposare, e quindi avrei sicuramente avuto dei figli che mi avrebbero bloccata (figli che non sono arrivati, poi…). Il massimo l’ho toccato quando sono stata assunta come sistemista in una piccola società: l’idea in azienda era che il sistemista era chi sistemava i computer guasti. E si aspettavano che io fossi in grado di portare in giro per l’ufficio stampanti laser che pesavano trenta chili, perché doveva essere il mio lavoro… 😦
Guardando indietro, sono più che felice di essere stata costretta a lavorare in proprio: con Giovanni abbiamo aperto un’azienda (chiusa dopo dieci anni di attività grazie alle leggi del berlusca…) e abbiamo abbastanza clienti da andare avanti tranquillamente io e lui. Ma come diceva anche lui, mi sa che la pensione non la vedremo mai.
Marina
Salve dalla Grecia,
Ho letto un articolo sul Economist per la posizione della donna nella societa odierna Italiana.
E’ un schifo totale, ma non credo che con un governo del genere ci si puo aspettare altro. Direi che e’ semplice logica (alla Bertrand Russel).
Speriamo che la situazione cambia al + presto.
Ciao